In sinodalità

Articolo_Camilla_04dma2020
Cari amici, vi saluto con la benedizione di Dio in questo tempo della Pandemia da Covid-19, che ci fa vedere oltre. Siamo in uno scenario in cui convivono speranza e dolore, perdita e paura, cura e morte; allontanamento dai propri cari, convivenza, incertezze a tutti i livelli, fede e creatività, servizio e sacrificio. Non è facile ripensare un nuovo rapporto con gli altri, condividere dentro gli spazi della comunicazione digitale, confrontarsi in tutti i momenti con i tanti “protocolli”: la vita è cambiata!

Quali passi per inaugurare questa “nuova normalità”? La sfida ad esserci in questo nuovo scenario ha stimolato la creatività, ci ha invitati a uscire da noi stessi e a crescere nella solidarietà, nella cura di tutti e del Creato. È un tempo che ci sfida a dare un nuovo significato alla generatività che il CG XXIV ci propone.

Mi chiedo con quale atteggiamento assumere il tema del Capitolo come un nuovo segno dei tempi?

Non so se siete d’accordo, penso che da marzo (al meno in Italia), da quando il virus ha iniziato a circolare, anche un “virus di grazia” passeggia in mezzo a noi: la sinodalità, dono dello Spirito Santo. Papa Francesco ha annunciato il tema del Sinodo ordinario del 2022 sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione“.

Dunque, come essere una Chiesa sinodale, un Istituto sinodale? L’atteggiamento sinodale costruisce la comunione in tutte le Comunità Educanti, privilegia la partecipazione che include tutti, e stimola ad essere Chiesa e Istituto in uscita con un forte slancio missionario.  

Sono contenta che l’Istituto abbia già preso in considerazione questo cammino nella preparazione al prossimo CG XXIV, e sarà importante assumere questa prassi sinodale in ogni comunità, in cui con i giovani ci interrogheremo e intraprenderemo strade inedite dello Spirito, con nuove esperienze di missione. Questa prassi è un “virus sintomatico”, perché occorre un cambiamento visibile, credibile e consistente.

Si dice che il mondo ha bisogno di imparare a convivere con il Covid-19 e io credo che anche possiamo imparare a convivere con nuovi rapporti sinodali.

Vi lascio alcune domande che io stessa mi faccio: cosa direbbero Don Bosco e Madre Mazzarello in questo tempo di (post) pandemia, mentre ci prepariamo al Capitolo Generale? Come pensare a una prassi sinodale che ci porti alla conversione e ad assumere la novità dello Spirito nelle relazioni e nella missione?

Ci auguriamo un buon cammino verso il CG XXIV.

Alla prossima!

Parola di C.

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