Papa Francesco, nella Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025, afferma: “È lo Spirito Santo, con la sua perenne presenza nel cammino della Chiesa, a irradiare nei credenti la luce della speranza: Egli la tiene accesa come una fiaccola che mai si spegne per dare sostegno e vigore alla nostra vita” (Spes non confundit, n.3). Lo Spirito è Amore che circola nella Comunità trinitaria e si riversa in sovrabbondanza nei cuori di tutte le persone aperte ad accoglierlo. Questo Amore genera continuamente vita nuova e apre orizzonti inediti di futuro. “Guardare al futuro con speranza equivale ad avere una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere” (Spes non confundit, n. 9).
Papa Francesco ha aperto un cammino di speranza, mettendo la Chiesa in movimento sotto la guida dello Spirito Santo, attraverso il processo sinodale che sta entrando nella sua fase attuativa. Dopo la fase della consultazione del Popolo di Dio e la fase celebrativa delle due Sessioni dell’Assemblea sinodale di ottobre 2023 e ottobre 2024, Papa Francesco ha consegnato il Documento Finale come Magistero Ordinario del Successore di Pietro e chiesto che venga accolto, vissuto concretamente. Papa Leone XIV fin dall’inizio del suo Pontificato si situa in continuità con il Processo in corso, sottolineando che “dobbiamo essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre apertaad accogliere, come questa piazza, con le braccia aperte tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, della nostra presenza, del dialogo e dell’amore” (Benedizione Urbi et Orbi, 8 maggio 2025).
Il passaggio all’azione ha bisogno di essere sostenuto e orientato. La Segreteria generale del Sinodo ha un ruolo di animazione e di coordinamento nell’accompagnamento delle Chiese particolari per il quadriennio 2025-2028. Le Tracce per la fase attuativa del Sinodo guideranno il percorso ecclesiale. “La fase attuativa ha come obiettivo sperimentare pratiche e strutture rinnovate, che rendono sempre più sinodali la vita della Chiesa, a partire dalla prospettiva complessa tracciata dal Documento Finale, in vista di un più efficace svolgimento della missione di evangelizzazione” (cfr Tracce).

L’itinerario di sperimentazione e di valutazione apre un cammino che coinvolge tutta la Chiesa, donne e uomini, nella varietà di carismi, vocazioni e ministeri di cui è arricchita e nelle diverse articolazioni in cui si svolge concretamente la sua vita. Si tratta di offrire al Popolo di Dio nuove opportunità per camminare insieme e riflettere su queste esperienze per coglierne i frutti in ordine alla missione.
Il processo sinodale ha creato molte aspettative nella Chiesa, in particolare nei laici che hanno potuto esprimersi ed essere ascoltati nella prima fase della consultazione. Durante le due Assemblee Sinodali i partecipanti hanno tenuto presenti le aspettative del loro Popolo e sono ritornati nelle loro realtà con il desiderio di condividere l’esperienza vissuta.
Molti hanno avvertito un cambiamento profondo nel loro essere, vivendo la Conversazione nello Spirito, consapevoli della presenza dello Spirito Santo nel discernimento condiviso. Penso sia stata una condizione essenziale della fecondità del Sinodo. È l’esperienza che trasforma nella misura in cui è resa consapevole e condivisa. “Crescere come Chiesa sinodale richiede un sapere che si apprende solo attraverso l’esperienza e ci apre una via all’incontro con il Signore” (cfr Tracce).
La fase attuativa del Sinodo che si sta aprendo è determinante. Essa deve permettere di dare continuità al processo in corso, di inculturare gli orientamenti del Documento Finale e di potenziare l’entusiasmo per un rinnovato slancio missionario. Per questo è importante che la Chiesa, a partire da ogni battezzato, dalle famiglie, dalle comunità di base e a tutti i livelli, si ponga seriamente in ascolto del mondo, di tutti, in particolare dei più poveri, dei giovani, degli emarginati ed esclusi, per discernere le chiamate del Signore e rispondere con creatività alle loro necessità. È importante che si lasci guidare dallo Spirito Santo che è l’anima della speranza per vivere nuove relazioni, nuovi legami, avviare strutture decisionali rinnovate.
Questo cammino apre alla speranza, perché collabora con il Signore che opera nella storia e nei cuori umani, e costruisce con pazienza il dialogo necessario a rendere più fraterna e inclusiva la società. Per raggiungere questo obiettivo, tutte le Chiese sono invitate a continuare la ricerca di strumenti di ascolto appropriati all’ampia varietà di contesti in cui la comunità cristiana vive e opera, senza limitarsi al solo ambito delle parrocchie, come in taluni casi è accaduto durante la fase dell’ascolto, ma coinvolgendo anche scuole e università, centri di ascolto e di accoglienza, ospedali e carceri, l’ambiente digitale, ecc.
Al tempo stesso, la fase attuativa rappresenta un’occasione propizia per rinforzare le relazioni tra le diversecomponenti della comunità cristiana, “in modo da dare vita a uno scambio di doni a servizio della comune missione” (DF, n. 65) che coinvolga le comunità e le realtà apostoliche a tutti i livelli e in tutte le sue molteplici e variegate espressioni.
«Spesso è la loro azione, assieme a quella di tante singole persone e gruppi informali, a portare il Vangelo nei luoghi più diversi» (DF, n. 118). Non si impara a vivere la speranza da soli. La speranza ha bisogno di un “corpo”, nel quale le varie membra si sostengono e si ravvivano a vicenda.
Siamo tutti invitati a camminare insieme con coraggio apostolico, con fiducia reciproca, con nuova passione missionaria!