Per rendere l’idea di fraternità, Papa Francesco, usa l’immagine di tanti fili multicolorati che, tessuti insieme, formano un magnifico e unico tappeto. Egli scrive che «l’amore di Cristo ci chiede di mettere da parte ogni tipo di egocentrismo e di competizione; ci spinge alla comunione universale e ci chiama a formare una comunità di fratelli e sorelle che si accolgono e si prendono cura gli uni degli altri».
Vista in quest’ottica, la pace, è una dimensione che dovrebbe far parte continuamente della vita. La pace è qualcosa che si percepisce nelle persone che vivono intorno a noi, così come la sofferenza, la noia, l’odio o l’amore e, in quanto tale, essa può essere contagiosa.
Un sorriso che sdrammatizza la tensione, la carezza che porta la pace nell’animo triste di un bambino che piange o nel volto rabbuiato di un adolescente. Sono molti i piccoli “gesti” quotidiani, che concorrono già, in sostanza, ad una “formazione alla pace”.
Nell’enciclica Laudato si’ (LS) viene delineata una vera e propria «cultura della cura» che si compone sia di piccoli gesti quotidiani sia di strategie ampie ed organizzate. Fondamento per la promozione di una tale cultura è l’educazione.
La conversione, la creatività, la cura e le virtù sono le quattro linee guida principali che ci permettono di declinare e approfondire i dinamismi pedagogici che emergono dalla Laudato si’.
L’educazione è il momento che decide se noi amiamo abbastanza il mondo da assumercene la responsabilità e salvarlo così dalla rovina, che è inevitabile senza il rinnovamento, senza l’arrivo di esseri nuovi, di giovani.
Al futuro appartengono i progetti, fili tracciati tra i sogni e la realtà. Pro-gettare: gettare avanti i pensieri e il cuore per far parte di questo mondo, per partecipare al dono ricevuto.
Se la rappresentazione scritta o stampata delle parole può essere simile a un’etichetta, le parole vere, parlate, no. La narrazione è un concetto trasversale all’oralità e alla scrittura, essa è connaturata alla persona umana, non si ha testimonianza di civiltà che non abbia utilizzato la narrazione. Essa attraversa le culture, le epoche, i luoghi, è presente da sempre e, forse, sarà sempre presente, tanto da poter dire che con il nascere della socialità, della relazione interumana è nata la narrazione che, insieme alla relazionalità, è l’elemento da sempre presente.
Dieci anni fa, di storytelling quasi non si parlava. Per capirne l’attuale successo bisogna innanzitutto comprendere i grandi cambiamenti che sono avvenuti nel modo in cui comunichiamo.