Rieccomi qui. Anche quest’anno! Eh, già! La Camilla non muore mai! Come l’erba cattiva? No, no! Come la voce della coscienza. E perdonate la presunzione, ma alla mia età, con la mia esperienza e soprattutto con la mia acutezza di vedute, posso permettermi di dirlo. Non mi hanno mai fatto direttrice o ispettrice perché - si sa - anche le superiore sbagliano… ma avrei potuto esserlo, eccome! Sempre modestia a parte!
Cari amici, vi saluto con la benedizione di Dio in questo tempo della Pandemia da Covid-19, che ci fa vedere oltre. Siamo in uno scenario in cui convivono speranza e dolore, perdita e paura, cura e morte; allontanamento dai propri cari, convivenza, incertezze a tutti i livelli, fede e creatività, servizio e sacrificio. Non è facile ripensare un nuovo rapporto con gli altri, condividere dentro gli spazi della comunicazione digitale, confrontarsi in tutti i momenti con i tanti “protocolli”: la vita è cambiata!
Cari amici, per le mani di Maria, vi saluto con gioia e speranza, perché Ella cammina con noi in questa desiderata esperienza del CGXXIV. Desidero con voi riprendere la metafora del ‘tessuto’, ricordando due parole che abbiamo considerato i fili che ci interpellano: ‘generatività’ e ‘memoria’. Questi fili intesseranno una rete profetica nell’Istituto FMA che ci consegna scelte fondanti per risignificare il Carisma nella Chiesa e nel mondo.
Cari amici, il Signore è il Dio delle sorprese e mi fa intravedere un bel viaggio da intraprendere con voi. Anche voi sentite come ci parla e c’invita a guardare i grandi orizzonti della nostra vita in missione. Ricordate la proposta ricevuta dall'Istituto FMA in preparazione al CG XXIV? Il tema c’incoraggia a guardare il ‘tessuto delle parole’ che ci apriranno possibilità per un nuovo ascolto in modo da vivere in profondità ciò che Gesù ci dice.
Anno nuovo, Vita nuova! Auguri a tutti care amiche e cari amici. Facciamo un brindisi con vino buono e vino nuovo!
Amiche mie carissime, mi sembra passata una vita dall’ultima volta che vi ho consegnato le mie considerazioni! Oggi concludo le mie riflessioni sulle opere di misericordia con un pensiero a quelle sorelle che – almeno nell’Occidente – stanno diminuendo e che hanno l’impegnativo compito di vestire gli ignudi: le presidi.