Cinema e ambiente

Articolo_cinema_2022-04-20
Nell’Esortazione Apostolica Postsinodale “Querida Amazonia”, Papa Francesco dice che promuovere l’Amazzonia vuol dire agire in modo che essa tragga da sé il meglio. Il senso, dunque, di un’opera educativa è: “coltivare senza sradicare, far crescere senza indebolire, promuovere senza invadere” (n. 28). È urgente perciò generare una cultura capace di accrescere la consapevolezza delle relazioni che ci legano agli altri, alla natura, a Dio, e riconoscere l’importanza di ciascuna di esse per il bene del tutto. Il cinema, soprattutto a partire dagli anni ‘80 si è occupato spesso di un argomento tanto affascinante quanto complesso come il rapporto tra l’essere umano e l’ambiente naturale.

Si avverte una crescente sensibilità riguardo all’ambiente e alla cura della natura, e matura una sincera e dolorosa preoccupazione per ciò che sta accadendo al nostro pianeta” (Laudato sì’, n. 19).

L’ecologia integrale è un ecosistema capace di tenere insieme fenomeni e problemi ambientali (riscaldamento globale, inquinamento, esaurimento delle risorse, deforestazione, ecc.) con le esigenze degli emarginati e delle generazioni future, le relazioni socioculturali e interpersonali, la vivibilità e la bellezza degli spazi urbani e il sovraffollamento dei trasporti pubblici. Nell’Esortazione Apostolica Postsinodale “Querida Amazonia”, Papa Francesco dice che promuovere l’Amazzonia vuol dire agire in modo che essa tragga da sé il meglio. Il senso, dunque, di un’opera educativa è: “coltivare senza sradicare, far crescere senza indebolire, promuovere senza invadere” (n. 28). È urgente perciò generare una cultura capace di accrescere la consapevolezza delle relazioni che ci legano agli altri, alla natura, a Dio, e riconoscere l’importanza di ciascuna di esse per il bene del tutto. Il cinema, soprattutto a partire dagli anni ‘80 si è occupato spesso di un argomento tanto affascinante quanto complesso come il rapporto tra l’essere umano e l’ambiente naturale. 

 

Samuel in the clouds di Pieter Van Eecke – Belgio 2016.

Pieter Van Eecke è nato in Belgio nel 1975, ha studiato filosofia e scultura. Ha lavorato per diversi anni in Sudamerica. Vincitore dell’edizione 2017 del concorso Trento Film Festival, il Regista racconta i cambiamenti climatici del pianeta attraverso la vita solitaria e ormai priva di senso di Samuel, l’anziano gestore della stazione sciistica del monte Chacaltaya in Bolivia, una delle più alte al mondo. La neve non abita più qui. I ghiacciai della Bolivia si stanno rapidamente ritirando e Samuel deve confrontarsi quotidianamente con l’assenza di precipitazioni. Ogni giorno Samuel parte dal suo spettacolare rifugio per andare ad accogliere i turisti in arrivo da tutto il mondo e porta avanti la sua attività per decenni. Nonostante le previsioni dei climatologi Samuel continua a sperare che a breve le precipitazioni torneranno a imbiancare la montagna.

Samuel in the Clouds è un film poetico, dove aleggia lo spirito della montagna e paesaggi in campo lunghissimo dove un pullman diventa un puntino che si muove in quelle stradine serpentiformi fatte di infiniti tornanti. Fino ad arrivare alle luci di La Paz, a quell’immensa distesa metropolitana che va su e giù. Il nevischio cade copioso sul terreno che diventa fanghiglia. E su quel bianco spiccano uomini e donne dai vestiti colorati tradizionali, intenti in feste e ritualità con sacrifici animali. Il bianco della neve diventa qualcosa di folkloristico. “Non c’è speranza”, dice Samuel, “il cambiamento è ormai irreversibile, possiamo solo cercare di contenerne gli effetti”.

 

Sei vie per Santiago di Lydia Smith – USA, Spagna 2015.

Nella primavera del 2008 Lydia B. Smith, produttrice e regista americana, ha percorso il Cammino di Santiago, Spagna. Da quell’esperienza è nata Sei vie per Santiago, che racconta le prove e le difficoltà di un gruppo di moderni pellegrini di diverse nazionalità, cultura ed età (dai 7 ai 73 anni), che affrontano il viaggio, ognuno con le proprie ragioni, motivazioni e aspettative. 

Protagonista assoluto del film è il Cammino stesso, raccontato da una fotografia che riproduce fedelmente il magnifico paesaggio nei minimi particolari, si tratti di un fiore colorato lungo il sentiero o di un panorama che si apre inaspettatamente. Nel 2008, ho rimesso in discussione la mia vita. Avevo interrotto una relazione che durava da molto tempo e, nel giro di poco, mi sono ritrovata sola e senza una casa dove andare. E’ stato allora che ho deciso di intraprendere il Cammino. La mia vita non aveva una direzione ben precisa e il Cammino mi ha aiutata a ritrovarla, a darmi delle regole e, passo dopo passo, a ridarle un senso. Grazie alla magia di quei luoghi sono entrata in contatto con me stessa e ho capito cosa volevo veramente”. 

 

Per riflettere:

– Come viviamo l’esperienza con il Creato?

– Che significato esistenziale ha per noi l’“ecologia integrale”?

– Come educarci ed educare alla costruzione della “Casa comune”?

 

Gabriella Imperatore, FMA 
gimperatoreit@yahoo.it

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