La costruzione di un ecosistema generatore di pace è un processo lungo che richiede una serie di azioni sistematiche e costanti volte all’umanizzazione della persona, basandosi sul modello di realizzazione umana che troviamo in Gesù Cristo. Di seguito sono riportate alcune pratiche concrete che, dal punto di vista della Comunicazione e dell’Educazione, possono essere strategiche per costruire una cultura di pace negli spazi in cui viviamo.
Dialogo critico e riflessivo
In qualsiasi fase dell’educazione, è importante che coloro che svolgono il ruolo di educatori siano in grado di aiutare i loro studenti a comprendere la retorica violenta e discriminatoria che spesso passa inosservata attraverso contenuti mediatici come post, barzellette, meme, canzoni, tra gli altri che utilizzano linguaggi (testo, immagine o suono) che rafforzano pregiudizi, stereotipi e disuguaglianze. È importante insegnare ai bambini, fin da piccoli, a riconoscere quando un messaggio utilizza risorse emotive e accattivanti e quando porta con sé simboli o argomenti violenti, aiutandoli a rendersi conto dei potenziali effetti negativi di questi contenuti sulla salute mentale delle persone. La pace inizia con piccoli gesti ed espressioni che gradualmente purificano il linguaggio e promuovono l’empatia e la buona convivenza.
Progetti di educomunicazione
Gli adolescenti e i giovani hanno il diritto di abitare gli spazi digitali come protagonisti e promotori di cultura, e i progetti di educomunicazione rappresentano un’opzione eccellente per questo. Progetti in cui i giovani agiscono come produttori e divulgatori di contenuti possono essere proposti attraverso la creazione di podcast, teatro, video, cinema, stampa giovanile, fotografia, fumetti, blog, giochi, social media e molte altre possibilità di espressione offerte dal mondo digitale.

Oltre a sviluppare molteplici competenze comunicative, questi progetti, se accompagnati da un esercizio consapevole del loro ruolo di cittadini, possono consentire ai giovani di sviluppare azioni con un impatto reale sui loro territori, coinvolgendo le comunità locali in discussioni congiunte sui problemi sociali, culturali ed economici che fanno parte delle loro realtà. Questi processi creativi e riflessivi sono un’opportunità per cercare soluzioni pacifiche, democratiche e partecipative a potenziali conflitti o situazioni di ingiustizia, esclusione e violenza che esistono in diversi contesti.
Cerchi di pace
I cerchi di pace sono una metodologia di lavoro ampiamente utilizzata in varie parti del mondo, soprattutto come strumento di giustizia riparativa. Essi mirano a risolvere i conflitti attraverso il dialogo, la non violenza e la comprensione reciproca. Si tratta di incontri in cui le persone esercitano atteggiamenti come il rispetto, l’uguaglianza, l’empatia, l’alfabetizzazione emotiva, la responsabilità, l’autocontrollo, la risoluzione pacifica dei conflitti e la leadership condivisa.
Nati dalle tradizioni indigene, questi circoli riuniscono le parti coinvolte in un conflitto, insieme a facilitatori e membri della comunità, per discutere i problemi in modo rispettoso e inclusivo. L’obiettivo è creare uno spazio sicuro in cui tutti possano esprimere i propri sentimenti e punti di vista, cercare la comprensione reciproca e lavorare collettivamente per trovare soluzioni che promuovano la guarigione e la riconciliazione, piuttosto che concentrarsi sulla punizione.
Educazione socio-emotiva
La promozione di una cultura di pace richiede un’adeguata educazione emotiva, capace di aiutare gli studenti a comprendere e gestire i propri sentimenti. Rabbia, paura, angoscia, frustrazione e altri sentimenti che fanno parte della nostra umanità possono portarci ad agire o reagire in modo violento. Purtroppo, quando questi sentimenti sono condivisi da un gruppo di persone, la reazione violenta può avere conseguenze molto gravi, e i media spesso ne approfittano come strategia di coinvolgimento e manipolazione.

Pertanto, fornire un’adeguata formazione socio-emotiva è fondamentale per pensare a una cultura di pace. Ciò comporta anche un sostegno educativo personalizzato ed esperienze significative che tengano conto dei sentimenti degli studenti.
La pedagogia salesiana, nel proporre un’educazione integrale, ha molto da contribuire alla costruzione di una cultura di pace, che avviene a livello micro all’interno degli ambienti educativi, ma si estende anche alla comunità più ampia, contribuendo al consolidamento di un ecosistema basato su relazioni umane e umanizzanti, con il potenziale per trasformare la società. Nel mondo di oggi, offrire un ambiente capace di comunicare e promuovere la pace è forse un segno di speranza e un atto profetico verso la civiltà dell’amore che ci proponiamo di costruire.
Glossario
Ecosistema educativo – Si riferisce all’insieme di soggetti, relazioni e strutture che fanno parte e influenzano direttamente o indirettamente la costruzione di questo particolare spazio. La costruzione di ecosistemi educativi prevede lo sviluppo di competenze e abilità necessarie alla formazione di soggetti autonomi e critici, cittadini attivi nel proprio territorio, ma con uno sguardo globale e impegnati nella trasformazione sociale e nella dignità della persona umana.
Giustizia riparativa – Un approccio che pone l’accento sulla riparazione dei danni causati da un comportamento criminale o conflittuale, piuttosto che concentrarsi unicamente sulla punizione del colpevole. Questo metodo prevede la partecipazione attiva delle vittime, degli autori di reato e della comunità in un processo di dialogo e risoluzione dei conflitti. L’obiettivo è promuovere la responsabilizzazione degli autori di reato, consentire alle vittime di esprimere i propri bisogni e sentimenti e ripristinare l’equilibrio sociale rafforzando i legami comunitari e promuovendo la riconciliazione.
Educomunicazione – Un campo interdisciplinare che integra i principi e le pratiche dell’educazione e della comunicazione per promuovere processi educativi più partecipativi e democratici. L’obiettivo dell’educomunicazione è quello di consentire agli individui e alle comunità di utilizzare i media in modo critico e creativo, facilitando l’espressione e lo scambio di conoscenze. Questo approccio promuove la costruzione di una società più consapevole e impegnata, in cui le persone possono esercitare la loro piena cittadinanza comprendendo e utilizzando i media in modo responsabile.