Un vento forte soffia sulla Chiesa

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La Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, continua in tutto il mondo il suo cammino di sinodalità missionaria. Egli la sta muovendo e le onde visibili in superficie sono solo una piccola manifestazione di nuovi movimenti presenti in profondità. Solo sentinelle con sguardi penetranti e cuori aperti possono accorgersi dei cambiamenti in atto.

Dopo l’Assemblea Sinodale di ottobre 2023, le Chiese locali, le Conferenze Episcopali, la Vita Consacrata si sono confrontati con la Relazione di Sintesi e hanno cercato di rispondere alla domanda della Segreteria Generale del Sinodo: «Come essere una Chiesa sinodale in missione?». Il discernimento è stato vissuto utilizzando la metodologia della Conversazione nello Spirito, suscitando un visibile entusiasmo nei partecipanti. Tutti sono stati colpiti da una sorprendente trasformazione avvenuta durante la condivisione. Il mettersi in ascolto dello Spirito Santo, in ascolto gli uni degli altri nel loro contesto, e della realtà, ha aperto nuovi orizzonti ecclesiali, favorendo la presa di coscienza della ricchezza del dialogo tra le differenze. L’esperienza trasforma quando i cuori sono disponibili, aperti per lasciarsi toccare in profondità, accettando di demolire ogni ostacolo alla novità dello Spirito Santo. Al di là dei contenuti che si possano elaborare, è soprattutto importante il desiderio di muovere passi in avanti, non rimanere immobili. Tutti i Battezzati hanno la responsabilità di lasciarsi coinvolgere nel processo sinodale e di inserirsi nella grande rete costituita da tanti fratelli e sorelle in Cristo, così da vivere in corresponsabilità la missione di annunciare il Vangelo come buona notizia per il mondo di oggi. Ogni comunità ecclesiale dispone di grandi risorse per chiamare, sostenere, accompagnare tale coinvolgimento nelle persone di buona volontà. Ma è necessario essere consapevoli della responsabilità di dare il proprio contributo per la costruzione della Chiesa sinodale in missione. La sinodalità scaturisce da un processo di conversione all’amore che può testimoniare al mondo la forza contagiosa di fratelli e sorelle decisi di entrare nel dinamismo tipicamente sinodale di relazione tra unità e diversità. «Uno dei doni più grandi ricevuti lungo il cammino è stata la possibilità di incontrare e celebrare la bellezza del volto pluriforme della Chiesa. La valorizzazione dei contesti, delle culture e delle diversità è una chiave per crescere come Chiesa sinodale missionaria» (cf IL n.11). Durante il processo è cresciuta anche la consapevolezza della varietà dei carismi e vocazioni suscitati continuamente dallo Spirito Santo nel Popolo di Dio e il desiderio di crescere nella capacità di discernerli, di creare le condizioni per condividere questi doni al servizio della missione. La comunione è missione! 

Purtroppo si constata ancora una «tristezza provocata dalla mancata partecipazione di tanti membri del Popolo di Dio a questo cammino di rinnovamento ecclesiale e dalla fatica della Chiesa nel vivere pienamente una sana relazionalità tra uomini e donne, tra generazioni e tra persone e gruppi di diverse identità culturali e condizioni sociali, in particolare i poveri e gli esclusi» (cf IL 2024, n. 12). La presa di coscienza di questa debolezza rimane un ostacolo alla sinodalità missionaria, ed è un invito ad affrontare a questo riguardo vie concrete di sperimentazione. È necessario un cambio di mentalità per vivere lo stile della sinodalità. Sappiamo che i cambiamenti di mentalità sono i più difficili e i più lunghi da realizzare! Importante non è riuscire immediatamente, ma fare con determinazione i primi passi e promuovere un movimento di sostegno reciproco per raggiungere insieme l’obiettivo desiderato. Ogni passo fatto localmente, anche se piccolo, è un contributo irreversibile nel processo ecclesiale. 

Per la Seconda Sessione di ottobre 2024, la grande prospettiva è quella delle relazioni: la relazione con Dio-Trinità; la relazione tra i Battezzati; le relazioni che custodiscono e promuovono l’armonia, la comunione con la testimonianza apostolica e tra i Battezzati (con i ministri ordinati); le relazioni tra le Chiese. Tangibilmente, lungo tutto il processo sinodale e in tutto il mondo, è emersa la richiesta di una Chiesa capace di vivere relazioni più semplici e di vicinanza: è nella relazione con Cristo, con gli altri, nelle comunità che si trasmette la fede. Capire come essere Chiesa sinodale in missione, passa da una conversione relazionale che orienti le priorità e l’azione di ogni persona e, in particolare, di quanti hanno il compito di animare le relazioni a servizio della comunione. «La Chiesa sinodale è una Chiesa che ascolta, capace di accogliere e accompagnare, di essere percepita come casa e famiglia. Si tratta di un bisogno che emerge da tutti i continenti» (cf IL n.33). Importante è tenere “la porta aperta” dove tutti possano trovare ascolto e accompagnamento: «Ascolto e accompagnamento sono un servizio ecclesiale, non una iniziativa personale, il cui valore viene così riconosciuto. Questa consapevolezza è un frutto maturo del processo sinodale» (cf IL n.34). 

Per essere una Chiesa relazionale sono importanti alcuni percorsi: una formazione integrale e condivisa; il discernimento per la missione; l’articolazione dei processi decisionali; la trasparenza, il rendiconto, la valutazione. Le relazioni e i percorsi si sviluppano in luoghi concreti concepiti in una visione dinamica e non statica. 

Come Istituto siamo effettivamente un’espressione specifica della comunità ecclesiale. Il carisma salesiano può dare un contributo tipico alla costruzione della sinodalità, attraverso la qualità delle relazioni non solo nelle comunità FMA, ma anche nelle comunità educanti, nei diversi ambienti pastorali, educativi, sociali dove viviamo e operiamo in ogni parte del mondo. Essere concretamente questa “porta aperta” dove tutti possano trovare ascolto e accompagnamento, facendo esperienza dell’amore di Dio. Maria, Madre della Chiesa sinodale, ci accompagna e ci sostiene sempre in questo cammino.

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