Sinfonia

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In questi giorni, leggendo l'Esortazione Apostolica di San Paolo VI "Evangelii Nuntiandi"1 sull'evangelizzazione del mondo contemporaneo, ho trovato tre domande che rimangono rilevanti nella nostra realtà. Papa Paolo VI, al n. 76, afferma che sono necessari veri testimoni e chiede: credono veramente in ciò che proclamano? Vivono ciò in cui credono? Predicano veramente ciò che vivono?

Il Giubileo della Speranza che stiamo vivendo è un tempo impegnativo per la Chiesa perché non sappiamo come continuare a parlare di speranza a un’umanità ferita e incredula e, ancor di più, non sappiamo come risvegliare in noi stessi la fede e la speranza. Come Chiesa, è necessario rispondere agli interrogativi che Papa Paolo VI pose 50 anni fa. Questo è ciò che Papa Francesco intendeva quando ha indetto questo Giubileo, e la sua grande preoccupazione era di crescere nel nostro essere e di agire come cristiani con audacia, speranza, creatività e coraggio.1

Come possiamo unire queste intenzioni di fronte alla realtà? Come possiamo restituire il dinamismo del Vangelo alla vita quotidiana? Un’immagine mi sembra significativa per rispondere, ed è quella di pensare alla Chiesa come a una grande orchestra fatta di persone concrete, così umane e vulnerabili e con una grande diversità di ritmi, movimenti e accordi discordanti. In questo 2025 abbiamo cambiato il direttore di questa orchestra, ma la sfida è ancora lì: decifrare la musica che Dio ha pensato e suonarla perfettamente, questa è la migliore risposta del credente.

Comunicare la propria esperienza di fede oggi richiede convinzione, coerenza e, soprattutto, audacia. Quando parliamo di una persona audace, la troviamo definita come qualcuno capace di intraprendere azioni insolite senza temere le difficoltà o i rischi che comportano. Per noi cristiani, significa non solo correre rischi credendo nei nostri talenti, ma anche confidare che “Dio è con noi”.

Con quale genere musicale possiamo identificare questa ricerca di armonia? Senza dubbio, la sinfonia; una composizione musicale con una varietà di strumenti: archi, fiati, percussioni, legni e ottoni, capace di raccontare storie, evocare emozioni e, soprattutto, raggiungere il profondo dell’ascoltatore. Una sinfonia che solo Dio conosce, e che spetta a noi interpretare.

Immaginiamo questi quattro movimenti principali della Sinfonia come principi da vivere con audacia e coraggio, affinché la testimonianza di ciascuno abbia senso, sia capace di armonia e alimenti la speranza, senza paura. Possiamo scoprire questi movimenti nel Magistero che Papa Francesco ci ha lasciato in eredità. Ne ho scelti quattro che ritengo importanti; ognuno secondo la propria interpretazione, e ognuno ne avrà altre.

Allegro: (tempo veloce e allegro) Una Chiesa in movimento– La comunità evangelizzatrice sperimenta che il Signore ha preso l’iniziativa, che l’ha «vinta» nell’amore (cfr 1 Gv 4,10); e, pertanto, sa andare avanti, prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani, arrivare fino agli incroci delle strade per invitare gli esclusi.2

Nella certezza dell’amore di Dio nelle nostre vite, si allarga lo spazio per accogliere i più bisognosi, i “poveri” del nostro tempo. La Chiesa si muove oltre sé stessa, passando dall’essere al centro dell’attenzione all’annuncio di Gesù e del suo Vangelo, ponendosi sempre in stato di missione perché gli uomini e le donne del nostro tempo possano fare la loro personale esperienza di incontro con Lui.

Andante o Adagio: (solitamente commovente ed espressivo) Consolato per consolare Se guariva qualcuno, preferiva avvicinarsi: «Tese la mano e lo toccò» ( Mt 8,3); «le toccò la mano» ( Mt 8,15); «toccò loro gli occhi» ( Mt 9,29). E si fermava persino a guarire i malati con la sua stessa saliva (cfr Mc 7,33), come una madre, perché non lo sentissero estraneo alla loro vita. Perché «il Signore sa quella bella scienza delle carezze. La tenerezza di Dio: non ci ama a parole, si avvicina e nel suo starci vicino ci dà il suo amore con tutta la tenerezza possibile».3

L’umiltà di Gesù, non proclamata ma vissuta, gli ha permesso di consolare con tenerezza e compassione, di farsi vicino alla vita delle persone. Questo invito è per noi: l’umanità ha bisogno di questa tenerezza e compassione per trasformare i cuori. Ha bisogno che siamo più umani dei giudici, più fratelli e sorelle, segni della paternità e maternità di Dio.

Scherzo o Minuetto: (veloce e leggero) – Fratelli Tutti – Riconoscere ogni essere umano come fratello o sorella e ricercare un’amicizia sociale che integri tutti non sono semplici utopie. Richiedono la determinazione e la capacità di trovare percorsi efficaci che le rendano realmente possibili. Ogni sforzo in questa direzione diventa un supremo esercizio di carità.4

Una proposta di vita personale e comunitaria che apre orizzonti al mondo e ci unisce nei diritti e nella dignità, scegliendo i percorsi migliori per costruire la società. Una società di pace, integrazione e inclusione per tutti.

Finale: (culmina in un climax toccante) Sinodalità Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, consapevole che ascoltare «è più che udire» [12]. È un ascolto reciproco in cui tutti hanno qualcosa da imparare. Popolo fedele, Collegio episcopale, Vescovo di Roma: gli uni in ascolto degli altri; e tutti in ascolto dello Spirito Santo, lo «Spirito di verità» (Gv 14,17), per conoscere ciò che egli «dice alle Chiese» (Ap 2,7).5

Per Papa Francesco la sinodalità è intesa come un processo di ascolto, dialogo e discernimento, il modo fondamentale di vivere la missione della Chiesa, dove tutti sono chiamati a partecipare e a contribuire alla costruzione del Regno di Dio.

La Sinfonia di Dio continua ed è la nostra speranza… qual è la tua nota, il tuo ritmo significativo?

  1. Videomessaggio ai partecipanti all’XI Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, 25 novembre 2023 ↩︎
  2. N. 24 – Enciclica Evangelii Gaudium ↩︎
  3. N° 36 – Enciclica Dilexit Nos ↩︎
  4. N° 180 – Enciclica Fratelli Tutti ↩︎
  5. Commemorazione del 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi – 17 ottobre 2015 ↩︎

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