Educare alla speranza nell’orizzonte dell’ecologia integrale indica l’inclusione di un elemento integrante, ricordando che la vita delle persone e delle comunità è intimamente legata a quella del pianeta. Invita a riconoscere le interdipendenze tra tutti gli esseri viventi e a promuovere uno stile di vita che rispetti i limiti ecologici e promuova la giustizia sociale. Ricorda, inoltre, che la realtà non è composta di elemento isolati, ma profondamente interconnessi.
In questa prospettiva, educare alla speranza nell’orizzonte dell’ecologia integrale ci fa riscoprire che la crisi attuale della persona, esistenziale e spirituale, è parte di uno stesso processo. A questo l’educazione alla speranza si propone come antidoto! L’essere umano, che si è posto al centro dell’universo con la sua razionalità e individualità, ha messo ai margini, se non addirittura escluso, l’altro, sia come persona sia come creato. E anche l’Altro, che ci ha donato l’esistenza, immersa nelle relazioni e interdipendenza, è stato posto ai margini o ignorato. Il grido della terra si mescola così al grido delle persone, in particolare a quello dei poveri. L’altro, in tutte le sue accezioni, spesso è diventato un mezzo, uno strumento dell’autoaffermazione narcisista dell’individuo.
L’orizzonte dell’ecologia integrale ci ricorda che tutto è profondamente interconnesso. La riscoperta della relazione con il creato aiuta a ritrovare la relazione con l’altro e viceversa. L’altro è compagno di viaggio, non una minaccia alla realizzazione personale. La persona non vive isolata, ma inserita in una comunità di cui è parte attiva e ne condivide le responsabilità. Il soggetto è educato e matura in comunità, ma anche educa e aiuta a maturare la comunità.
Il valore dell’altro e del creato aiuta a riscoprire la relazione con Dio, la dimensione spirituale. Dio che è relazione in sé stesso ci ha posti nella casa comune come relazione. Relazione con Lui, con gli altri e con il creato. È ciò che è presente sin dalla prima pagina della Scrittura, dove tutto nasce dall’azione creatrice di Dio in cui, come in una sinfonia, il creato prende forma giorno dopo giorno (Gn 1,1-2,4a). L’essere umano sorge nella relazione con il Creatore e le altre creature. È fatto a immagine e somiglianza di Dio e porta avanti l’opera creatrice di Dio, prendendosene cura.

In questa prospettiva educare alla speranza vuol dire non solo riscoprire l’interconnessione con tutto ciò che esiste, ma anche correggere la rotta e invertire la direzione. Educare è anche correggere! Correggere il modo di vivere, le abitudini individuali e collettive, mettendo in pratica stili di vita sobri e responsabili, costruendo un futuro sostenibile. Non è facile ma è possibile. La speranza indica che il cambiamento non è un’utopia, un abbaglio, ma è una realtà fatta di piccoli passi nella stessa direzione. La speranza, infatti, è sempre operativa, concreta. Lo sguardo rivolto al futuro fa compiere piccoli passi. Non ci lascia immobili. “La speranza ci invita a riconoscere che c’è sempre una via di uscita, che possiamo sempre cambiare rotta, che possiamo sempre fare qualcosa per risolvere i problemi” (LS 61).
Ovviamente i processi educativi avvengono in diversi contesti sociali, come la famiglia, l’ambiente sociale, la scuola, il mondo del lavoro, la parrocchia e la politica. Di conseguenza, la speranza viene costruita e modellata in modo molto concreto a partire dalle diverse realtà in cui viviamo. Inoltre, anche quella geografica esige atteggiamenti diversi. Una cosa è vivere in un Paese sviluppato il cui stile di vita contribuisce alla distruzione dell’ecosistema, un’altra è abitare in un paese in via di sviluppo, che paga anche colpe non sue, e ha meno possibilità economiche per intervenire. Si tratta così di non dimenticare la situazione e il cammino dei Paesi più vulnerabili e di richiamare le coscienze alla responsabilità etica di chi ha maggiormente contribuito alla crisi ecologica.
Come ci ricorda la bolla Spes non confundit (25) questo tempo di grazia, che è il Giubileo, “sarà un Anno Santo caratterizzato dalla speranza che non tramonta, quella in Dio. Ci aiuti pure a ritrovare la fiducia necessaria, nella Chiesa come nella società, nelle relazioni interpersonali, nei rapporti internazionali, nella promozione della dignità di ogni persona e nel rispetto del creato”.