Il miracolo di Suor Maria Troncatti narrato da Juwa Bosco

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Juwa Bosco è la persona che ha ricevuto il miracolo attribuito all’intercessione di Suor Maria Troncatti, evento che ha aperto la strada alla sua canonizzazione. Juwa appartiene alla popolazione Shuar e risiede nella comunità di Nunkui Nunka in Ecuador. Il 2 febbraio 2015, mentre affilava attrezzi nella foresta amazzonica, un frammento di pietra ha colpito violentemente il lato destro del suo cranio, causando una profonda frattura con fuoriuscita di materia cerebrale. È stato trasportato via elicottero all’ospedale di Macas e poi trasferito in quello di Ambato, dove ha subito un delicato intervento neurochirurgico. I medici hanno diagnosticato un trauma cranico grave con danno cerebrale, con una prognosi gravissima e pericolo di vita. I suoi familiari e la comunità della missione, nonostante la situazione sembrasse senza speranza, lo hanno subito affidato all’intercessione di Suor Maria Troncatti, già proclamata beata, collocando la sua immagine accanto al letto di Juwa e pregandola con grande fiducia. Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile 2015 avviene il miracolo. Ecco come lo racconta lo stesso Juwa Bosco:

Cosa è successo esattamente quando Suor Maria ti è apparsa in sogno?

Quando ho avuto l’incidente, l’ho vista. Lei non è venuta in sogno, è venuta di persona mentre ero sveglio. È entrata, ha aperto la porta e camminava lentamente verso il luogo dove ero sdraiato. Portava la sua valigetta e si è seduta sul mio letto. Mi ha detto: “Figlio mio, che ti è successo?”. Mi ha fatto questa domanda, ma io a quel tempo non potevo né parlare, né camminare. Però ho sentito di poterle parlare, e le ho risposto che stavo giocando e mi ero slogato il ginocchio. Lei mi ha detto: “Io ti guarirò”. Ha aperto la sua valigetta, ha preso una pomata e ha cominciato a massaggiarmi il ginocchio. Poi le ho chiesto di farmi un massaggio anche alla spalla, ma mi ha risposto di dire a mia moglie di farmelo lei.

Dopo, è rimasta a guardarmi e mi ha detto: “Se tu avessi avuto un guscio di tartaruga, te l’avrei messo nel buco che hai sulla testa”. Si è seduta nuovamente, ha aperto la mano e mi ha toccato la bocca con un colpetto, dicendomi: “Presto parlerai”. Dopo di questo, ho avuto il presentimento che volesse andarsene. Io avrei voluto abbracciarla, ma non ho potuto: si è dileguata, era come un’anima, è scomparsa. Da allora la mia vita è cambiata completamente. Mi sentivo felice, poiché nello stato in cui ero prima, senza poter parlare, né camminare, il mio cuore si stava spegnendo.

Dopo l’accaduto, ho cominciato a far la prova di camminare: sono riuscito ad alzare le gambe da solo, senza l’aiuto di nessuno. In seguito, ho cercato di parlare; la prima parola che sono riuscito a pronunciare è stata il nome di mia moglie. Prima ho fatto la prova, in un secondo momento mi è uscita la voce e l’ho chiamata per nome: Natalina. All’inizio lei non mi ha sentito, la seconda volta, invece, si è alzata spaventata. Mi ha abbracciato e mi ha chiesto cosa stava succedendo, pensando che volessi salutarla prima di morire. In quel momento non le ho raccontato niente. Abbiamo pregato il rosario ed è tornata a letto.

Il giorno seguente, ho provato nuovamente a vedere se mi usciva la voce. Ho chiamato mia moglie, lei si è avvicinata, si è seduta e mi ha chiesto cosa stava succedendo. Le ho detto: “Senti: parlerò! Tornerò a camminare! Sono guarito! Suor Maria Troncatti mi ha guarito!”. Lei e tutta la mia famiglia sono diventati molto felici. Tutti abbiamo sperimentato una grande gioia, poiché tutta la mia famiglia soffriva molto per me, dal momento che ero rimasto in coma per tre mesi senza poter parlare, né camminare. Dopo quei tre mesi, si è presentata Suor Maria Troncatti: da quel giorno ho cominciato a camminare e a parlare. Da allora sono molto felice e riconoscente a Suor Maria Troncatti.

Sappiamo che la tua guarigione non è stata solo fisica, ma anche spirituale. Puoi raccontarci qualcosa di questo cambiamento?

Sì, è vero: a livello fisico non sono completamente guarito, ma sono felice perché posso camminare e parlare con i miei amici, con i miei figli. Tutto questo mi rende molto felice, la mia vita è cambiata totalmente. Prima, quando ero in salute, non ero fedele a mia moglie. Umanamente ci sono, a volte, delle tentazioni. A dire la verità, non ero un uomo giusto, ma da quando ho avuto l’incidente, la mia vita è cambiata, soprattutto nel rapporto con i miei figli. Tutta la mia famiglia è felice, e così felice voglio morire.

Conosci altre grazie o miracoli che alcune persone hanno ricevuto per intercessione di Suor Maria?

Si, Suor Maria è viva nel popolo Shuar. Lei ha operato due miracoli nella mia famiglia, uno per mio fratello, l’altro per mio cognato. Nel popolo Shuar, suor Maria Troncatti è davvero viva.

Che messaggio daresti a tutte le persone che invocano Suor Maria Troncatti?

Vorrei dire a tutte le persone che ascoltano il mio messaggio che, nonostante nella vita ci siano inciampi, si deve sempre lottare per andare avanti. Senza Dio siamo niente, ma con Dio tutto è possibile nella vita. Questo è quello che voglio dire a tutti: se siete ammalati, abbiate fede in Suor Maria e in Dio Onnipotente. Con Lui non manca nulla… potete essere anche in punto di morte, ma con Dio nella vita niente è impossibile… tutto è possibile.

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