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Giovedì, 01 Ottobre 2020 15:08

Raccontare la migrazione

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Lo scenario migratorio attuale è complesso e, spesso, presenta risvolti dolorosi. Le interdipendenze globali che determinano i flussi migratori sono da studiare e approfondire. Le sfide sono molteplici e interpellano tutti. Nessuno può rimanere indifferente alle tragedie umane che continuano a consumarsi in diverse nazioni del mondo. Occorre agire insieme, non da soli.

«Ci sono tante altre pandemie che fanno morire la gente e noi non ce ne accorgiamo – ha detto Francesco a Santa Marta il 14 maggio 2020 –, guardiamo da un’altra parte. Che Dio fermi anche le altre pandemie: quella della fame, quella della guerra e quella delle migrazioni». È una pandemia dello spirito e dei rapporti sociali di cui quella del coronavirus diventa simbolo e immagine.

La paralisi dei mesi scorsi sembra superata ma la paura, oggi, rimane. L’andamento “preoccupante” dei contagi da coronavirus, lo sgretolamento delle certezze, lo stravolgimento di stili di vita acquisiti, il dissesto economico e le sofferenze crescenti per molte persone e molte famiglie pongono davanti una “nuova emergenza”, quella della solidarietà, dell’accoglienza e dignitosa integrazione.

Questa “nuova emergenza” chiede sempre più attenzione ai poveri, a quanti fuggono dalla guerra o lasciano la loro terra in cerca di una vita degna dell’uomo. Bisogna agire insieme, non da soli.

Le frontiere possono essere finestre, spazi di mutua conoscenza, di arricchimento reciproco, di comunione nella diversità; possono essere luoghi in cui si sperimentano nuovi stili di vita per superare le difficoltà che i nuovi arrivi comportano per le comunità autoctone.

Facilitare la migrazione ordinata, sicura, regolare e responsabile e la mobilità delle persone, anche attraverso l’attuazione di politiche migratorie programmate e ben gestite, è l’impegno a cui richiama l’Agenda 2030 nel target 10.7 dell’obiettivo 10, anche sulla base della consapevolezza del contributo essenziale che i migranti possono portare al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili.

È fondamentale, perciò, cambiare il modo di vedere e di raccontare la migrazione: si tratta di dare priorità alle persone, ai volti, alle storie. Sono migranti, clandestini, profughi: sono anzitutto esseri umani, e sono tante le comunità che vivono in prima linea l'impatto dei flussi migratori e l’accoglienza.

Gli abitanti delle città e dei territori di frontiera – le società, le comunità, le Chiese – tutti sono chiamati a proporre approcci diversi, ispirati dalla cultura dell’incontro, che costituisce il cammino verso un nuovo umanesimo.

La migrazione è un fenomeno complesso e multidimensionale, è una questione politica che richiede sforzi ed azioni concrete, intraprese da persone e organizzazioni/reti a tutti i livelli della società.

«L’attuale pandemia ha evidenziato la nostra interdipendenza: siamo tutti legati, gli uni agli altri, sia nel male che nel bene» (Papa Francesco, Udienza generale - Roma, 2 settembre 2020).

Voci ed esperienze dai confini

Snapshots from the borders è il Progetto triennale cofinanziato dalla Commissione Europea. Diciannove i territori coinvolti in Italia, Spagna, Francia, Germania, Svezia, Austria, Slovenia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Grecia, Cypro, Malta e Bosnia ed Erzegovina. Altri quindici Paesi sono coinvolti in varia misura nelle attività: Belgio, Lettonia, Lituania, Croazia, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Danimarca, Polonia, Estonia, Portogallo, Finlandia, Slovacchia, Irlanda, Regno Unito.

Obiettivo generale del progetto è aumentare consapevolezza, conoscenza e comprensione critica sulle interdipendenze globali che determinano i flussi migratori, nella prospettiva di raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Nello specifico il progetto intende rafforzare una rete orizzontale e attiva tra le città di confine interessate dai flussi migratori, per promuovere una più efficace coerenza delle politiche a tutti i livelli (europeo, nazionale, locale). Le attività culturali, informative e di promozione puntano a sensibilizzare i cittadini sulle cause dei flussi migratori e sulla globalizzazione, ma anche a raccogliere punti di vista e riflessioni, da diffondere in iniziative pubbliche ai diversi livelli.

Il progetto coinvolge nella gestione sia Enti Locali, che organizzazioni della società civile. Le principali attività sono: campagne, seminari informativi, eventi locali, visite e scambio di buone prassi, creazione di una Rete delle città di confine, una ricerca partecipata nei territori degli Enti locali partner, azioni di advocacy a livello nazionale ed europeo.

 

Gabriella Imperatore, FMA 
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