«Generare non è azione solo biologica, ma antropologica, sociale e simbolica. Non si limita a mettere al mondo, ma implica il portare a maturazione, il prendersi cura» (Mauro Giaccardi, Chiara Giaccardi, Generativi di tutto il mondo unitevi! (2014). Feltrinelli Editore, Milano).
Abbracciare è sporgersi verso l’altro, allargare le braccia per accogliere e farsi accogliere. È sentirsi in un legame di fraternità; sentirsi in cordata, sostenuti, anche quando si è soli. È gesto di reciprocità per eccellenza. È attraversare le distanze senza poterle mai azzerare, unirsi senza fondersi, per formare una comunione che non cancella le differenze, ma è più della somma di due unità. L’abbraccio moltiplica. È gesto di un’alleanza che trasforma dal di dentro (Giaccardi Chiara).
Si va dove va il Signore, nel quale abbiamo la nostra dimora; stando in Lui, quali discepoli suoi, andiamo portati da lui… I “luoghi” dove il dinamismo evangelizzatore si dispiega sono la casa e le strade, il lavoro, qualsiasi luogo (EG 127). In particolare, le strade e le case altrui assumono un valore decisamente denso poiché alludono al dialogo che la Chiesa dei discepoli missionari è chiamata a cercare e praticare con l’altro; si tratta del dialogo con tutti.
La tenerezza è un esodo verso l’altro. È far sentire bene l’altro e riconoscerne il valore. Essa nasce come armonia interiore, sintesi inconscia, eppure attenta e vigile che sgorga dallo splendore del bello e rimanda al bello (C. ROCCHETTA, Teologia della tenerezza. Un ‘vangelo’ da riscoprire, EDB, Bologna 2005, pp. 28-29).
Osare la profezia è avere l'audacia di compiere gesti che a partire dalla realtà quotidiana, spingono lo sguardo verso il futuro, verso qualcosa che potrà accadere.
Essere donne consacrate in cammino per le strade delle periferie significa essere segno della tenerezza del Padre verso questo nostro mondo, essere segno di una nuova opportunità di speranza e di amore verso tutti. Le Figlie di Maria Ausiliatrice nel Capitolo Generale XXIII hanno riconfermato la scelta di essere missionarie di gioia e di speranza per e con i giovani più poveri. Presentiamo alcune nuove realtà, nate proprio dalla passione carismatica per Dio e per i giovani e dall’invito ad uscire e andare nelle periferie.
La “missionarietà non è solo una questione di territori geografici, ma di popoli, di culture e di singole persone, proprio perché i 'confini' della fede non attraversano solo luoghi e tradizioni umane, ma il cuore di ciascun uomo e di ciascuna donna".
"Bisogna ricominciare ogni viaggio. Sempre. Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione".